Micro chirurgia: Smagliature e cicatrici

Smagliature e cicatrici sono segni che deturpano la bellezza del corpo e che comportano un profondo senso di disagio psicologico. La terapia di questi due inestetismi dovuti a due diversi tipi di traumi (nel caso delle smagliature, la causa è la perdita di tonicità dei tessuti) non sortiva fino a poco tempo fa risultati eclatanti. Grazie alla messa a punto di un’innovativa tecnica microchirurgica, è possibile ora asportare questi inestetici segni senza lasciare tracce esteticamente rilevanti.

La microchirurgia avviene in anestesia locale infiltrativa, in due/tre sedute realizzate ad intervalli di 2/3 settimane una dall’altra. Due i requisiti richiesti per sottoporsi a questa singolare terapia: presenza di cute “sana” attorno alla lesione e non tendenza della cute a cicatrizzazione ipertrofica/cheloidea.

Cicatrici

La nostra cute è un meraviglioso tessuto: si allunga e si allarga secondo le fasi della nostra crescita e si autoripara nel caso di un piccolo o grande trauma che subisce. Il processo di riparazione cutanea è naturale, ma non lo è altrettanto “sfoggiare” con disinvoltura una cicatrice, specie se situata in un punto facilmente visibile alla vista altrui. Indipendentemente dalla forma o dalla dimensione, un esito cicatriziale risulta scomodo per due motivi: per un motivo  “estetico” (in quanto deturpa la cute), ma anche per un motivo “psicologico” (in quanto ricorda perennemente l’evento traumatico che l’ha provocato). Grazie alla tecnica di mosaic surgery, oggi è possibile una terapia chirurgica delle cicatrici priva di esiti cicatriziali esteticamente rilevanti.

 Come si formano le cicatrici

Quando la cute subisce una lesione, il nostro organismo si mette subito all’opera per riparare al danno, producendo nuove cellule di collagene. Se la lesione ha interessato lo strato superficiale della cute (l’epidermide), tale processo non lascerà segni rilevanti. Le cose cambiano invece se ad essere coinvolti sono anche gli strati più profondi della cute: in questo caso si formerà una cicatrice piuttosto visibile. Una volta guarita la ferita, la cicatrice continua a modificarsi per via della formazione di nuovo collagene. Ecco perché la maggior parte delle cicatrici migliora di aspetto nell’arco di due anni dal trauma che le ha generate.

 Cicatrici della pelle e dell’ anima

Quasi tutti noi abbiamo almeno una cicatrice nel nostro corpo e  fortunatamente, almeno per la maggioranza di noi, questo non suscita profonda angoscia. Per alcune persone invece avere una o più cicatrici costituisce un serio problema, a volte di carattere esistenziale. Molti fattori concorrono a determinare il “peso” di una cicatrice sulla nostra psiche: la posizione in cui è situata, la nostra età, il sesso di appartenenza, come ce la si è procurata. La stessa cicatrice su soggetti diversi può avere un diverso impatto, così come può creare sullo stesso soggetto un complesso esagerato, indipendentemente dal fatto che essa sia posizionata sul viso o su di un punto meno visibile. In una società come la nostra, che pone molta importanza all’immagine, le cicatrici (a differenza di altre società dove vengono considerate motivo di ornamento e procurate deliberatamente) vengono viste in maniera molto negativa, al punto da considerare una persona “sfregiata” inferiore (pensiamo a molti film in cui il “cattivo” porta una cicatrice in faccia!). Questo discorso per farci capire quanto una cicatrice possa creare disagio, angoscia ed un venir meno della propria autostima, portando in alcuni casi l’individuo alla depressione e all’isolamento.

Le cicatrici si classificano in “buone” e “cattive”. La loro classificazione dipende dal tipo di cicatrizzazione individuale, ma anche dalla natura e dalla rilevanza del trauma e da un eventuale rallentamento, per cause esterne (un altro trauma sul trauma), del naturale processo di cicatrizzazione. Ci sono diversi fattori che possono causare una cicatrice (incidenti, procedure operatorie, malattie della cute, acne, scottature, infezioni, ecc.), così come diverse possono essere le cicatrici provocate da traumi simili. Ecco le più comuni:

Cicatrici piatte e pallide

Inizialmente sono rosse o scure e risultano sollevate dopo che la ferita si è rimarginata.  Con il tempo (2 o 3 anni) diventano sempre più piatte e pallide, fino quasi a confondersi con il resto della cute.

Cicatrici ipertrofiche

Le cicatrici ipertrofiche sono rosse e spesse e possono comportare prurito o dolore. Non si estendono oltre i contorni della ferita, ma aumentano di spessore nell’arco di 6 mesi dall’evento traumatico. Generalmente migliorano in due o tre anni, ma possono causare fastidio a causa del loro aspetto o dell’intensità del prurito, limitando inoltre i movimenti se posizionate nei pressi di una giuntura.

Le cicatrici ipertrofiche sono più comuni in soggetti giovani e di cute scura. Alcune persone hanno inoltre una tendenza ereditaria a questo tipo di cicatrici, che non possono essere prevenute, ma che possono tuttavia essere modifcate, rendendole più piatte e meno visibili.

Cicatrici cheloidee

I cheloidi, come le cicatrici ipertrofiche, sono il risultato di uno sbilanciamento nella produzione di collagene durante il processo di cicatrizzazione. A differenza delle cicatrici ipertrofiche, i cheloidi si espandono oltre i margini della ferita, anche in maniera indefinita. Possono comportare prurito o dolore e non migliorare con il tempo.

Le cicatrici cheloidee possono sortire da qualsiasi trauma cutaneo (persino dalle iniezioni, dalle punture di insetti o dai tatuaggi) e possono interessare chiunque, sebbene le persone più predisposte siano quelle giovani e quelle di cute scura. Le parti del corpo più soggette a cheloidi sono le orecchie, il torace, le spalle e la schiena.

Cicatrici affossate

Si tratta di recessioni nella cute dovute all’aggressione delle strutture più profonde (come i muscoli) od alla perdita del grasso sottostante. Una causa comune delle cicatrici affossate è l’acne e la varicella.

 

 

Con la tecnica microchirurgica, smagliature e cicatrici vengono asportate gradualmente con il Trilix, un drill ad alta velocità calibrato per l’asportazione di micro porzioni di derma del diametro di appena un millimetro e pertanto talmente circoscritte da non attivare un importante processo di cicatrizzazione. Tale condizione va a tutto vantaggio dell’estetica in quanto non si rilevano, a guarigione avvenuta, esiti cicatriziali esteticamente rilevanti.

La microchirurgia consente risultati apprezzabili indipendentemente dalle dimensioni della smagliatura o della cicatrice, siano esse di  recente formazione così come di vecchia data. Questa tecnica viene applicata anche a distanza di due mesi da un intervento di lifting al fine di asportare le estese ed evidenti cicatrici che il rassodamento chirurgico tradizionale normalmente comporta.

Trattamento mini invasivo e progressivo

La micro chirurgia delle smagliature non prevede particolari medicazioni. Essendo la cute coinvolta dalla smagliatura di conformazione “molla”, le microasportazioni non necessitano di punti di sutura, ma della sola applicazione di un adesivo cutaneo e di un cerotto chirurgico in grado di rimarginare in 7/10 giorni il piccolo buchetto lasciato dal drill.

Per quanto riguarda le cicatrici, la terapia richiede una sorta di mosaico: la microasportazione del tessuto cicatriziale lascia un buchetto che non si rimarginerà spotaneamente e che verrà di conseguenza “riempito” attraverso l’innesto di una “tesserina” di derma “sano” prelevata, ricorrendo sempre al Trilix, da una zona donatrice del corpo (nascosta e dalle caratteristiche simili alla parte trattata). Tali tesserine cutanee si incastreranno perfettamente nella nuova sede, sostituendo l’intera cicatrice senza necessità di collanti, ma con il ricorso al solo cerotto chirurgico.

La tecnica

STEP N. 1

Per poterimpiegare la terapia micro chirurgico, la smagliatura deve essere circondata da tessuto in buone condizioni (impossibile quindi intervenire su superfici completamente smagliate) mentre la cicatrice deve essere “vecchia” di almeno due mesi rispetto al trauma che l’ha provocata. La cute inoltre non deve avere tendenza a cicatrizzazione ipertrofica/cheloidea.

STEP N. 2

La zona cutanea da trattare viene anestetizzata attraverso infiltrazioni localizzate. Con il Trilix vengono asportate micro tessere di tessuto smagliato o cicatriziale del diametro di un millimetro. Nel caso delle cicatrici, il tessuto cicatriziale asportato verrà sostituito con tesserine cutanee “donatrici”.

STEP N. 3

La parte trattata viene medicata attraverso l’applicazione di un adesivo cutaneo e/o di un cerotto chirurgico, che verranno rimossi a distanza di 7/10 giorni dal trattamento.

STEP N. 4

A distanza di 15/20 giorni si potrà realizzare la seconda seduta. In alcuni casi é necessaria una terza seduta microchirurgica.

STEP N. 5

Completato il ciclo microchirurgico, la zona che inizialmente ospitava la smagliatura o la cicatrice non riporterà tracce operatorie esteticamente rilevanti.

Lo strumento di micro chirurgia

La nuova terapia microchirurgica di smagliature e cicatrici prende il nome dall’innovativo strumento microchirurgico utilizzato per le microasportazioni: il Trilix. Si tratta di un drill di alta precisione, calibrato per asportazioni di derma di appena un millimetro di diametro. Lo strumento é dotato di quattro distensori cutanei e di un puntale ad alta velocità (40.000 giri al minuto!).