Normalmente le lacrime prodotte dalla ghiandola lacrimale vengono convogliate verso i 2 puntini lacrimali presenti sulla palpebra superiore ed inferiore ed attraverso i canalini lacrimali raggiungono il sacco . Da qui le lacrime proseguono il loro percorso attraverso il dotto naso-lacrimale che si apre al di sotto del turbinato inferiore nel naso e da qui defluiscono poi nel faringe e vengono quindi inghiottite. Il puntino lacrimale inferiore drena circa il 70% delle lacrime. Il meccanismo per il quale le lacrime compiono il loro viaggio fino al naso non è un semplice passaggio passivo attraverso dei tubicini, bensì un meccanismo attivo innescato dalle contrazioni muscolari palpebrali ad ogni ammiccamento ( pompa lacrimale di Jones).
Cos’è la dacriocistite acuta cronica
La dacriocistite è l’infiammazione del sacco lacrimale. Tale infiammazione è causata dall’ostacolato deflusso delle lacrime attraverso le vie lacrimali di deflusso.
Normalmente l’ostacolo al deflusso delle vie lacrimali avviene a livello del dotto naso-lacrimale: le lacrime non potendo proseguire nel loro percorso verso il naso ristagnano nel sacco. Nelle prime fasi la sintomatologia sarà rappresentata da una continua e fastidiosa lacrimazione (epifora) e successivamente potrebbe verificarsi l’infezione delle lacrime ristagnanti nel sacco a causa di germi provenienti dall’esterno. In quest’ultimo caso parleremo di dacriocistite acuta.
Dacriocistite acuta terapia
La terapia della dacriocistite acuta è medica e consiste nella somministrazione di una terapia antibiotica possibilmente mirata all’agente infettivo identificato mediante l’esecuzione di un tampone congiuntivale e\o del secreto ottenuto spremendo il sacco.
Una volta guarito il processo acuto se non si sarà ottenuta la riapertura delle vie lacrimali l’unica terapia possibile sarà quella chirurgica.
Dacriocistite Cronica intervento
L’intervento d’elezione è la dacriocistorinostomia (DCR).
La DCR può essere eseguita dall’esterno eseguendo un incisione appena lateralmente al canto interno palpebrale di circa 1,5 cm che permetta di isolare il sacco lacrimale e da qui aprendo la parete ossea della fossa lacrimale raggiungere la mucosa nasale creando un collegamento diretto quindi con il naso.
Tale intervento garantisce un successo circa nel 90% dei casi, ed è a tutt’oggi il “gold standard” del trattamento dell’epifora cronica da dacriocistite. Comporta però alcuni inconvenienti quali la necessità di un’anestesia generale e la possibilità di una cicatrice cutanea (possibiltà peraltro remota)
Analogamente la DCR può essere eseguita dall’interno del naso con una percentuale di successo simile alla via esterna. Permane la necessità di una anestesia generale , mentre non ci saranno cicatrici esterne visibili. A svantaggio di tale tecnica è la difficoltà di organizzare in contemporanea la presenza di 2 distinte professionalità : l’Oculista e l’Otorino che devono lavorare insieme.
Ultimamente è stata messa a punto una tecnica mini-invasiva che è la DCR transcanalicolare. Con tale tecnica è possibile incanulare un canalino lacrimale con una sonda laser miniaturizzata ed aprire il sacco e l’osso lacrimale in corrispondenza della parete nasale in modo da creare una fistola che permetta alle lacrime di drenare liberamente. Tale tecnica è molto promettente , anche se tuttora le percentuali di successo risultano più basse rispetto alle altre 2 tecniche precedenti.
A vantaggio della DCR tanscanalicolare la possibilità di un anestesia locale e la breve durata dell’intervento (Circa 15-20 minuti) e la possibilità comunque di poter utilizzare una delle altre 2 tecniche in caso di insuccesso.