La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante nel settore della chirurgia plastica. L’utilizzo di moderne ed efficaci tecnologie ha consentito di diminuire i tempi e i costi di moltissimi interventi, riducendo tra l’altro anche il verificarsi di eventuali complicanze post operatorie, il tutto a beneficio del paziente che ormai può accedere a qualsiasi tipo di “ritocco” senza spendere una fortuna.
E soprattutto senza dover restare segregato in casa per lunghissimo tempo aspettando che le cicatrici spariscano e che i bendaggi vengano rimossi.
Tra i tanti interventi di chirurgia estetica, sicuramente, uno di quelli più richiesti e che maggiormente ha goduto delle recenti acquisizioni tecniche e scientifiche del settore, è l’ Otoplastica.
Letteralmente con la parola Otoplastica si indica la chirurgia plastica dell’orecchio in generale. Essa può essere di tipo ricostruttivo, nel caso siano presenti malformazioni tali da richiedere appunto una ricostruzione del tessuto danneggiato, come in seguito a un intervento di demolizione oncologica o in alcuni casi di malattie deformanti. Oppure estetica: finalizzata cioè a correggere diverse tipologie di inestetismi: dalle orecchie a sventola ai lobi tagliati, sino alla mancanza delle plicature naturali dell’orecchio. Inestetismi, questi ultimi, che se non curati possono col tempo essere causa di gravi limitazioni sociale per gli individui che li presentano.
Proprio in questo campo trova maggiore applicazione una delle più recenti acquisizioni tecniche del settore: il laser CO2 (anidride carbonica) pulsato.
Uno strumento che ha reso questi tipi di intervento, già di per sé piuttosto rapidi (col bisturi avevano una durata media di circa 3 ore), ancora più veloci visto che un’operazione sulle orecchie a sventola, ad esempio, è arrivata ad avere una durata complessiva di circa 20 minuti.
Nel caso specifico, durante tale limitato lasso di tempo, il chirurgo effettua col laser due micro incisioni all’attaccatura delle orecchie, e precisamente dietro il padiglione auricolare. Da qui, se ve ne è bisogno, effettua una piccola asportazione cutanea sufficiente alla risoluzione della problematica affrontata.
I tipi di cicatrici, piuttosto sottili, sono talmente piccole da non poter essere viste facilmente, sia perché posizionate in una zona difficilmente esposta (il retro dell’orecchio) sia perché solitamente coperte dai capelli.
Nel caso di lobi tagliati in seguito a qualche incidente, oppure allungati per l’utilizzo continuato di orecchini troppo pesanti, invece, il chirurgo procede asportando le cicatrici formatesi in seguito al taglio della carne e fa combaciare gli estremi del tessuto sano, in modo che essi possano ricompattarsi. La durata dell’intervento resta più o meno la stessa.
Ma se i tempi dell’operazione sono veloci, altrettanto lo sono quelli del recupero post intervento: appena tre giorni per poter tornare alla propria routine.
Insomma un periodo di tempo davvero infinitesimale se paragonato alla durata di una vita senza prese in giro o battute di dubbio gusto sulla grandezza elefantiaca delle proprie orecchie.